Sandro Severi

Archivi audiovisivi della Resistenza: Intervistato il 15, 17, 22 novembre 2004. Durata 4 h. e 20 mn.
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Piandimeleto 5 marzo 1925, nome di battaglia Marinaio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Severi si era arruolato a Pola nella Marina Militare dove rimase fino all’armistizio dell’8 settembre 1943. Tornato a casa, nel marzo del 1944 entrò nella V Brigata Garibaldi Pesaro, Distaccamento Dini. A Piandimeleto c’era un gruppo di antifascisti che avevano combattuto in Spagna, erano stati prigionieri. Essi erano dei punti di riferimento per i partigiani più giovani in quanto sapevano come usare le armi e gli esplosivi, come far saltare un ponte. Da loro nacque il gruppo di Piandimeleto. Qualche tempo dopo, all’interno della Brigata Garibaldi fu nominato ufficiale di collegamento per i rapporti tra i partigiani italiani, la popolazione civile e le formazioni alleate (inglesi, canadesi, ecc) perché avendo una buona conoscenza della lingua inglese doveva fare da interprete delle bande partigiane. Restò tra i partigiani fino al 5 giugno 1945 quando venne arruolato dall’VIII Armata Inglese come interprete. Racconta che l’episodio più orrendo a cui dovette assistere durante la lotta partigiana fu quando i tedeschi e i fascisti uccisero civili e partigiani a Palcano, alle pendici del monte Catria. Racconta come nacque il gruppo partigiano di Piandimeleto. Afferma che il suo gruppo disarmò la caserma dei carabinieri di Piandimeleto. Finito l’attacco alle caserme, i partigiani lasciavano i fascisti nel luogo perché non potevano portarseli dietro in quanto non avevano da dargli da mangiare. Gli uomini che invece trattenevano nel loro campo di concentramento erano i tedeschi, perché non si fidavano a lasciarli liberi. Li fermavano alcuni giorni, poi li accompagnavano nella Bassa Marca verso Ascoli Piceno, Macerata e li consegnavano ai gruppi partigiani di quelle zone che erano attrezzati per dirottarli nei campi degli inglesi. Nell’intervista parla di: Giuseppe Mari (comandante della brigata), Felippini (vice comandante della brigata), Walkiria Terradura, Mario Galli (comandante del distaccamento Dini), Daniele Ubaldi, Bibo Marinoni, Gino Riminucci, Francesco Paioncini, Arturo Monaldi, Vito Riminucci, Mario Ballabene, Giuseppe Carabini, Paolo Porfieri, Bonsai (commissario politico del distaccamento Dini).