Serra dei Conti
Serra dei Conti, situata come Montecarotto al centro della valle dell’Esino, nel corso dei duri mesi di lotta fu al centro di numerose azioni da parte dei gruppi partigiani e delle forze nazifasciste. A mò di esempio ne ricordiamo qualcuna.
Il 30 marzo 1944 una banda di circa 60 ribelli entrò nel territorio di Serra dei Conti e recatesi nelle case dei fascisti del luogo li minacciò di atti di rappresaglia verso i famigliari (Giacomini, 2008 p.217).
Il 27 aprile un gruppo di partigiani impose al Consegnatario del Consorzio Agrario di distribuire 60 quintali di grano alla popolazione non abbiente della frazione Piane. Il giorno successivo, intorno alle 22, sempre in località Piane, quattro sconosciuti armati si presentarono nell’abitazione del Brigadiere di Pubblica sicurezza in pensione, Francesco Armillotta. Ne perquisirono il domicilio e vi prelevarono l’apparecchio radio e altri oggetti di sua proprietà (Giacomini, 2008 p.221).
Dopo la drammatica giornata del 4 maggio, quando Arcevia, Monte Sant’Angelo e Montefortino furono sottoposte a un duro attacco da parte delle forze nazifasciste, i gruppi della zona subirono un improvviso sbandamento. Per superare il terribile colpo inferto alla Resistenza nell’anconetano, il comando regionale inviò sul posto Spadellini (vicecomandante della brigata di Ancona) e Sarti (commissario politico della divisione Marche) con il compito di riorganizzare e risollevare gli animi dei superstiti. Come prima cosa scelsero un luogo di raccolta sicuro, nella macchia Fugiani, tra Serra dei Conti e Castiglioni di Arcevia. Fu approntato un efficace sistema logistico e di approvvigionamenti e poi si pensò alla riorganizzazione dei gruppi. Furono costituiti due nuovi distaccamenti: il Maggini e il Patrignani. Nella prima uscita, per rincuorarsi e rincuorare la popolazione, si recarono proprio a Serra dei Conti. Era il 26 maggio e fu messa fuori uso una corriere che trasportava giovani reclute, una parte delle quali si unì poi alla lotta partigiana. Dopo l’eccidio di Arcevia i gruppi della zona si domostrarono più restii nell’intrattenere rapporti con il C.L.N. locale, ritenendo che fosse stato poco attivo e presente nel momento più drammatico. Si rafforzò anche la lotta alle spie e in qualche caso si procedette alla vendetta delle umiliazioni subite (Giacomini, 2008 p.255).
Erano le ore 13 del 4 agosto quando gli uomini della divisione Nembo raggiunsero Serra dei Conti, finalmente libera.
ESPERIENZE DI FORMAZIONE
In tutta la regione esponenti comunisti organizzarono nell’inverno 1943-44 delle scuole clandestine in cui formare elementi che svolgessero un ruolo di informazione e orientamento dei giovani partigiani nei loro rapporti interni al gruppo e con i civili. A volte anche tra la popolazione contadina nacquero più o meno spontanamente momenti di incontro e di formazione. Per esempio nella zona di Serra dei Conti venne organizzata da Gregorio Donnini una serie di riunioni serali nelle case o nelle stalle dei contadini in cui si dibattevano varie tematiche: si passava dai discorsi filosofici sulla concezione della storia e sulla liberazione dell’uomo dallo sfruttamento ai problemi concreti e locali delle condizioni di vita dei contadini, dei loro rapporti con i padroni e della loro possibile alleaza con gli operai (Galeazzi, 1980 p.27-8).
Bibliografia
A. Galeazzi (Alba), Resistenza e contadini nelle carte di un partigiano (1919-1949), Argalìa, Urbino 1980.
R. Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.