Tavoleto
Quella di Tavoleto (2-3 settembre 1944) è stata una delle più drammariche battaglie sostenute dalle forze alleate per lo sfondamento della Linea gotica nella parte medio alta del Foglia (Severi 1997, p. 243).
Entrambi i fianchi di Tavoleto erano stati sfruttati dal nemico con l’inserimento di dispositivi difensivi fortificati (ostacoli a filo spinato, piazzuole di mitragliatrici, fosse anticarro, etc.). Inoltre la pendenza naturale del terreno era stata liberata dalla vegetazione per facilitare il fuoco ed erano stati creati campi minati per sbarrare ogni via d’accesso. Tavoleto quindi si dimostrava essere una posizione piuttosto difficile da raggiungere. Nella notte del primo settembre il 1°-9° Gurkha e il 2°-7° Gurkha furono fatti avanzare alla sinistra e alla destra della cittadina, rimanendo in attesa accucciati nelle buche che riuscirono a grattare nel terreno. Il giorno successivo un altro battaglione riuscì ad espugnare Auditore. Sopraggiunta di nuovo l’oscurità iniziò la battaglia: l’artiglieria della divisione alleata si prodigò in un intenso fuoco di diversione a grande distanza dalla direttrice di attacco; gruppi isolati tedeschi, appoggiati da carri si lanciarono scendendo verso i Gurkha, ma furono respinti da un intenso fuoco di armi individuali e di reparto. Una compagnia di Gurkha comandata da un ufficiale inglese subalterno inseguì i fuggiaschi all’aperto e nella foga scavalcò le mura che circondavano l’abitato. Così a colpi di bombe a mano e strisciando per terra, ripulirono le case una per una. Gli ufficiali britannici, acquartierati a poca distanza dal paese, sentivano nella notte le urla di morte e i tonfi delle bombe. La lotta si protrasse per quattro ore e alla fine le strade del paese erano piene di corpi di tedeschi e di indiani rimasti uccisi. Di tutta la compagnia indiana meno di trenta Gurkha erano capaci di reggersi in piedi, ma quella compagnia aveva preso Tavoleto.
Un comandante partigiano della V Garibaldi, Cristofero Moscioni Negri, prese parte alla battaglia guidando una compagnia della Brigata. Questo il suo racconto: «Poi di colpo un fragore immenso squarciò l’orizzonte: Tavoleto doveva cadere. Oltre seicento cannoni concentravano il fuoco sugli obbiettivi mentre i proiettili passavano bassi sulle nostre teste andando a scoppiare sulle posizioni che avevamo davanti. Durò a lungo l’inferno, con spostamenti improvvisi, ritorni rapidi, preparazioni inesistenti. Infine arrivarono i Gurkhas, stanchi e feriti, a raccontare che Tavoleto era caduta dopo un combattimento all’arma bianca, con le strade seminate di morti loro e tedeschi» (Severi 1997, p. 244).
Bibliografia
A. Montemaggi, L’offensiva della linea gotica: autunno 1944, Guidicini e Rosa, Imola 1980.
Liceo scientifico “Montefeltro” Sassocorvaro, 1944. La guerra nel Montefeltro alta e media valle del Foglia, Sassocorvaro 1995.
S. Severi, Il Montefeltro tra guerra e liberazione 1940-1945, Società di Studi Storici per il Montefeltro, San Leo 1997.