Cantiano, 15 giugno 1898 – Ivi, 10 agosto 1959
Le condizioni economiche della famiglia gli consentono di frequentare solo alcune classi della scuola elementare. Lavora come bracciante e in seguito diventerà un operaio metallurgico. Richiamato alle armi il 2 marzo 1917, il 5 giugno è inviato al fronte ed è posto in congedo solo il 19 luglio 1920. Nel 1925 emigra ragioni economiche in Francia e in Lussemburgo e l’anno successivo si iscrive al Pcd’I di cui sarà un militante attivo ed affidabile per il coraggio e le capacità cospirative tanto che gli viene dato l’incarico di responsabile dei gruppi comunisti italiani della Mosella e del Lussemburgo. In seguito, la “svolta” decisa dal partito, nel 1931 rientra in Italia per rianimare la propaganda contro il regime e reclutare nuovi attivisti dopo la dura repressione che aveva decimato i quadri del Pcd’I. Nel giugno del 1932 è arrestato per appartenenza al Pcd’I e per l’attività svolta in varie località del centro-nord e denunciato al Tribunale speciale. Il 19 gennaio 1933 è amnistiato ma è processato, con altri otto, nell’ambito di un’inchiesta che coinvolse i comunisti di Modena, Parma e Reggio Emilia accusati di diffondere la stampa clandestina, di reclutare militanti fra i disoccupati e di avere costituito un deposito di esplosivo per attentare “alla sicurezza dello Stato mediante strage”. Il 13 ottobre 1933 Vispi è condannato adodici anni di carcere che sconta nel penitenziario di Castelfranco Emilia. Scarcerato per condono nel 1937, è assegnato al confino per cinque anni, a Ponza e alle Tremiti. I suoi rapporti con gli antifascisti più intransigenti, definiti dalla polizia come “i peggiori elementi della colonia”, sono segnalati e annotati. Nel 1942, scaduto il periodo di confino vi è trattenuto come internato ed è rimesso in libertà nell’agosto del 1943. La sua esperienza politica, maturata nell’emigrazione antifascista, in carcere e al confino, è importante per orientare coloro che a Cantiano, dopo l’8 settembre, intendono reagire con l’andata in montagna, decisione accelerata anche dalla costituzione, il 18 settembre, del Pfr. Il gruppo che a S.Polo si unisce agli slavi evasi dai campi di concentramento e dalle località di confino, costituirà la base logistica fondamentale per l’organizzazione della guerriglia partigiana e della V Brigata Garibaldi “Pesaro” nella quale Vispi svolge la delicata funzione di ufficiale di collegamento. Il suo apporto alla lotta armata e alla direzione politico-militare della V Brigata Garibaldi “Pesaro” sono stati efficaci e in alcuni casi decisivi come risulta dalla Relazione da lui redatta e consegnata all’Anpi provinciale nell’agosto 1947 sulla sua attività partigiana e di comando. Nel dopoguerra è nel gruppo dirigente provinciale del Pci, un militante molto ascoltato e amato dalla base del partito.
Fonti: ACS-CPC, B.5445, fasc. 041302 (1929-1943), copia del fasc. in ASAPU, Antifascismo Provincia di Pesaro-Urbino (1921-1943), 01-9-5-bb.152-156-fasc.5 (ACS b.1, fasc.28); ASPU, Esercito Italiano, Distretto di Pesaro, Foglio matricolare di Vispi Ubaldo, n.8192; ANPPIA (a cura di), Antifascisti nel Casellario politico centrale, voll.20, Roma 1988-1995, ad nomen; A. Dal Pont et allii, Aula IV. Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Milano, La Pietra 1976, Sentenza n.27 del 13 ottobre 1933; ISCOP, FGM, U. Vispi, Attività svolta durante il periodo della lotta partigiana 1943-44,1-25-b.6-fasc. 10-3; partigianiditalia.beniculturali.it/archivio/ (Ricompart).
Bibl.: L. Cicognetti-P. Giovannini, Per una storia dell’antifascismo pesarese. Biografie politiche in P. Giannotti (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista. Luoghi, classi e istituzioni tra adesione e opposizione, il lavoro editoriale, Ancona 1986, p.283; F. Lupatelli, Cronache partigiane. Luglio 1943-Luglio 1944, Cantiano 2000; R- Lucioli – S. Massacesi – M. Papini, Il Pci nelle Marche dalle origini al “partito nuovo” (1919-1945), affinità elettive, Ancona 2022.
(E. T.)
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