marzo 1944

Le notizie riportate in verde provengono da fonti diverse non coincidenti

Le notizie riportate in blu sono ancora in fase di verifica

Le notizie che terminano con (AS) sono riportate anche nell’atlante delle stragi

 

1° marzo (mercoledì) = circa 40 ribelli assaltano il comune di Montappone, li comanda un capitano inglese e un tenente italiano (forse gruppo “Lucio”).

Affissi quattro manifestini di carattere antifascista nell’abitato di Montelupone.

Attacco alla caserma dei carabinieri di Esanatoglia, da parte di partigiani. Dopo lo scontro a fuoco i carabinieri si arrendono. I partigiani asportano armi e vettovagliamento.

Ucciso dai partigiani, CAMARTA Agostino, in località Trapozzo comune di Genga. Viene fatto passare per una spia da chi ha con lui risentimenti puramente personali.

 

2 marzo (giovedì) = partigiani prelevano il commissario del fascio di Falerone e con lui invadono la caserma dei carabinieri da dove asportano armi e la cassaforte, poi sequestrano il cassiere della locale Cassa di Risparmio e recatisi in banca prelevano la somma di 50.000 lire.

Tentativo di catturare la nota spia BROCANI in località Valtreara fallito ma tre fascisti restano uccisi.

Prelevati, da partigiani, dai magazzini dell’ammasso di Frontale 150 chili di lana.

Bombardata Ancona zona porto.

Ad Ortezzano (Ascoli) la Gnr apre il fuoco sulla popolazione che sta asportando il grano dal silos, muoiono tre persone, due ragazze in loco VERDUCCI Rosa e NICOLAI Teresa e una terza persona, MERCURI Luigi (di Montedinovo), trasportato e morto a Monterinaldo. Per questo fatto il comune verrà multato per un milione.

Muore a seguito di un incidente stradale il partigiano del gruppo “Tigre” CAMMARATA Calogero, (un’altra versione vuole morto l’11 stesso mese).

 

3 marzo (venerdì) = scontro a Rotella tra partigiani della banda “Paolini” e fascisti nessuna vittima.

Partigiani attaccano il presidio della Gnr di Serra Battioli (Borgopace), uccidendo il comandante PAGLIARDINI Aristide e catturando quattro militi che vengono poi rilasciati. L’azione fu eseguita da un gruppo umbro di Borgo San Sepolcro.

Attacco alla caserma dei carabinieri di Sassocorvaro, viene ferito il comandante della stazione.

Assalto ai magazzini dell’ammasso in località Cappuccini di Sarnano (probabilmente l’attacco avviene tra la notte del 3 sul 4, perché un’altra fonte parla del 4 marzo).

Bombardata Ancona, zona porto, affondata nave “Botticelli”, morti sei persone non indentificate.

Un aereo inglese precipita nei pressi di Cerreto d’Esi, muoiono i due piloti ma gli altri membri dell’equipaggio sono messi in salvo dagli uomini del gruppo “Porcarella” al comando di Agostino. Dopo alcuni giorni di permanenza tra i partigiani si riesce ad imbarcarli per raggiungere i loro comandi.

 

4 marzo (sabato) = a Loreto vengono sparati, da sconosciuti, colpi di pistola contro il console della Gnr di Macerata BASSANESE Giovanni.

A Corridonia un centinaio di donne protestano davanti al comune per ottenere più grano.

Attacco alla caserma dei carabinieri di Amandola da parte di 30 ribelli, prelevano armi e altro materiale, un carabiniere viene derubato degli oggetti personali.

Attacco dei “ribelli” alla caserma dei carabinieri di Servigliano per impossessarsi delle armi (è sempre il gruppo che agisce nei pressi di Amandola e che si serve del treno, requisito, per raggiungere i suoi obiettivi), successivamente si portano al campo di concentramento disarmano le guardie e invitano gli internati ad andarsene. Tale VENTOLA William imprigionato per reati di natura politica e detenuto in caserma, si rifiuta di seguirli.

 

5 marzo (domenica) = il gruppo di “Acciaio” entra a Serrapetrona e apre gli ammassi del grano per distribuirlo alla popolazione, parte a pagamento. In questa occasione Lena incontra Claudi che poco più tardi lo raggiungerà al gruppo “201”. (discordanze sulla data)

Apertura del silos di Montegiorgio da parte di sconosciuti, con l’appoggio della popolazione. Sul posto giungono i carabinieri che riescono a disperdere i facinorosi ma solo dopo aver perso circa 1000 quintali di grano. Interviene anche la Gnr, sparando sulla folla che sta partecipando al saccheggio, muoiono: BICCIRE’ Argentina, MARROZZINI Enrico, DONNARI Giuseppe, FERRANTI Federico, LIBERATI Giuseppe. (AS)

Attacco partigiano alla caserma di Acquasanta, non riesce.

Occupazione momentanea di forze partigiane dell’abitato di S. Angelo in Pontano, attaccata la caserma dei carabinieri, disarmati e presa merce di casermaggio.

Occupata Penna San Giovanni da forze partigiane, assaltata caserma dei carabinieri e asportate armi, presi anche generi alimentari (partigiani del gruppo “Piobbico”).

Ucciso dai partigiani nei pressi dello scalo ferroviario di Albacina un milite tedesco.

 

 

6 marzo (lunedì) = attacco al corpo della guardia municipale di Fabriano si recuperano armi da parte di sconosciuti.

Sottratto grano (ad un privato) da parte di alcuni sconosciuti nel comune di Roccafluvione e dato alla popolazione.

A Falcioni di Genga, località “sassi rossi”, scontro tra una pattuglia partigiana, e alcuni tedeschi, due dei quali restano uccisi. Nel combattimento perde la vita anche un partigiano.

Fucilato un ufficiale tedesco a Rovitolo (Montefortino) da parte di partigiani.

Ucciso da militi della Gnr, CORINALDESI Antonio, a Belvedere Ostrense mentre si trovava sulla porta di casa della fidanzata.

 

7 marzo (martedì) = ad Osimo vengono arrestate 24 persone accusate di far parte di un comitato di assistenza a favore dei ribelli.

Il gruppo al comando di “Acciaio” ferma e sequestra un camion tedesco uccidendo due soldati e liberando un russo prigioniero (forse Ivanovic Peter morto poi a Montalto?).

Attaccata, da partigiani, la caserma dei carabinieri di Urbisaglia, prese armi e materiale da casermaggio.

Ad Amandola si incontrano il colonnello Petroni e i comunisti fermani guidati da Coleffi; si discute sulla messa a disposizione dei Gap in un unico comando destinato al Petroni. Il giorno successivo a Monte San Martino la decisione viene rettificata. I comunisti pongono solo due condizioni, il controllo dei Gap e un loro rappresentante presso il comando dell’87° settore, proposte che vengono accolte.

Scontro nell’amandolese tra componenti il gruppo “Batà” e tedeschi.

Fermato il trenino Fermo-Amandola presso la stazione di Monturano, perquisiti i passeggeri senza alcun incidente.

A Colmurano, durante un’azione di polizia da parte dei militi della Gnr, viene ucciso il giovane renitente alla leva SAPUTI Donato. (secondo la versione fascista resta ucciso anche il milite BRACHETTA Ugo). (AS)

 

8 marzo (mercoledì) = scadenza per la presentazione nei nati 1922-1923-1924-1925, al servizio militare della Rsi, la pena per i renitenti è la morte.

Dichiarato sciopero generale delle industrie marchigiane, durerà fino al 18 marzo.

Occupata, da partigiani, per alcune ore Appignano. Tenuta sotto scacco la caserma, danneggiati i locali del Dopolavoro, il commissario del locale fascio per sfuggire si ferisce gravemente.

Scontro presso Montefortino tra partigiani del gruppo “Batà” (tra di loro è presente quel giorno anche Poliuto Malaspina) e soldati tedeschi.

Ferito a Corridonia, da colpi di arma da fuoco (senza apparente motivo), COMPAGNUCCI Goliardo commissario del locale Fascio, dal comandante partigiano Palombari Guglielmo. Il Compagnucci morirà all’ospedale di Corridonia, per le ferite riportate, il giorno 10 marzo.

Nel comune di Force (nei pressi di villa Verrucci) viene ucciso il partigiano SCATTINI Andrea (banda “Stipa”), giovane studente li sfollato, causa un diverbio tra partigiani. (Varie sono le versioni sulla sua morte: per la Questura repubblichina viene fucilato dagli stessi partigiani perché in disaccordo con il loro comportamento; per Uguccione Ranieri di Sorbello è ucciso accidentalmente da un compagno partigiano, altra versione lo vuole ucciso da un fascista infiltrato nel gruppo “Paolini”, alcune versioni dell’Anpi lo vogliono morto il 10 marzo fucilato dai fascisti).

 

 

9 marzo (giovedì) = attacco fascista alla banda “Paolini” a Roventino e Castel di Croce i partigiani reagiscono ed evitano la cattura. Muore durante l’attacco il partigiano CAPRIOTTI Gino, detto “il rosso”, addetto alla mitragliatrice Breda, prima ferito e poi finito con un colpo di baionetta al collo (MAVM nome di battaglia “Fulmine” o “Saltamacchia”), secondo don Nespeca quel giorno, per fermare il nemico, utilizzò due mitragliatrici.

La banda di Montalto preleva grano a Camporotondo.

Catturato un operaio Muratori Marcello, a Loreto, fiancheggiatore dei partigiani. Durante l’operazione i militi della Gnr sparano a casaccio e feriscono un contadino, SGOLASTRA Nazzareno di Montelupone, che poi muore. (AS)

Attacco partigiano al municipio di Roccafluvione per bruciare le liste di leva, salvate grazie all’intervento del segretario comunale.

Tedeschi fucilano in territorio di Amandola NOCELLI Gualtiero, perché trovato in possesso di armi (su delazione di una spia) trafugate ai tedeschi; nello stesso territorio, a Villa Rustici, FRATINI Antonio è ucciso mentre tenta la fuga. (AS)

Fucilati due prigionieri di guerra americani MAJESKI Edwin Martin e NEWTON Roberty, trovati nella casa del colono Sesto Viozzi in Santa Vittoria in Matenano. (AS)

Ucciso dai tedeschi a Montottone un prigioniero inglese mentre cerca la fuga.

 

10 marzo (venerdì) = convegno di Fematre (Visso) promosso da Pietro Capuzi. Vi partecipano comandati partigiani di formazioni umbro-marchigiane. All’ordine del giorno, tra l’altro, la destituzione del comandante Melis. (Melis e Ghini datano il convegno al 14 marzo)

Il gruppo “Eremita” assalta la caserma dei carabinieri di Cerreto d’Esi e asporta armi ed altro (secondo Ciccardini, la caserma era stata già abbandonata).

Nasce il comando militare partigiano della provincia di Macerata con a capo il col. Egidi e gli ufficiali Scipione, Zucchi e Baldi. (probabile che queste nomine siano state fatte nel convegno di Fematre ma non erano ancora operative, lo diventeranno, e solo per un breve periodo, dopo il convegno di Invernale del 16 marzo)

I nazifascisti attaccano Fiungo sede del gruppo “201”, i partigiani respingono l’attacco.

Nei pressi della Morichella (San Ginesio) vengono uccisi, in un’imboscata, due ufficiali e un sergente tedesco, da parte di appartenenti al gruppo “Vera”.

Arrestati dopo uno scontro a fuoco, in località Copogna (Serravalle del Chienti), Mancini Ruggero e Piangatelli Angelo (del gruppo 206). Durante il combattimento viene ucciso ANDREASSI Armando un giovane del posto. (AS)

Fucilati, un ufficiale tedesco e tre fascisti, un milite e due spie, a Rovitolo di Montefortino, da appartenenti al gruppo di Amandola.

Nella notte tra il 10 e l’11 assalto partigiano all’ammasso di Porto Recanati.

Nel pomeriggio del 10 marzo 1944 alcuni soldati tedeschi del presidio di Montalto Marche catturarono, con l’aiuto di militi fascisti, tre militari alleati evasi dai campi di prigionia e la persona incaricata di metterli in salvo, Mario Mottes. Durante la notte i quattro vengono caricati su di una automobile e trasportati al Ponte Dragone nel comune di Montedinove, dove sono uccisi mediante colpi d’arma da fuoco.
I nomi dei tre prigionieri alleati sono: Daniel H. Hollingsworth, 23 anni, di Londra, Thomas William White, 23 anni, di Leyton, entrambi del 1°Battaglione The Buffs (Reggimento Royal East Kent) ed entrambi scappati dal campo PG 53 di Sforzacosta; il paracadutista Lionel Herbert John Brown, 35 anni, di Hampton del 1st AirborneDivision “Red Devils”, fatto prigioniero nel 1943 in Sicilia nella battaglia del “ponte Primosole” e fuggito dal campo PG 70 di Monte Urano.
Mario Mottes è invece un ex soldato italiano diventato sergente paracadutista e radio-telegrafista e AGENTE “A” Force (IS9) della “RAT LINE”, nonché appartenente alla banda “Stipa”. (AS)

Muore all’ospedale di Cupramontana, dove era stato ricoverato il giorno prima, per ferita da arma da fuoco, il partigiano COACCI Giuseppe (Lupi di Serra), incerti i motivi del suo ferimento.

 

11 marzo (sabato) = rastrellamento nazi-fascista nel territorio di Acquasanta, frazioni di Pozza e Umito, per debellare la banda del capitano BIANCO Ettore. Fucilati dai nazi-fascisti a Pozza: SANTINI Filippo, TROLI Nicola (per Bianco morto in combattimento), PEDICELLI Vittorio, SANTINI Loreto, COLLINA Emidio (ucciso dal maresciallo dei locali carabinieri Melchiorri), CESARI Serafino, PATULLI Pietro (per Bianco morto in combattimento), CASTELLI Mariano (per Bianco morto in combattimento). Morti a Umito: CRISTIANZANI Martina, SPARAPANI Anna di un anno (nell’incendio della sua casa), SCHIAVI Gregorio (partigiano muore in combattimento), DONFRANCESCO Nicola (sfollato muore per caso). Gli slavi che muoiono quel giorno risultano tra i sedici e i diciotto: tre jugoslavi sono catturati a Pito e fucilati lungo la rotabile Pozza-Umito: MILOSEVIC Dragoljub, MARKOVIC Miketa, GEZOVIC Malisa, un quarto MILETIC Andrija ferito riesce miracolosamente a mettersi in salvo. A Pozza sono uccisi: RAJKOVIC Andrija e DJUKANOVIC Spaso. A Umito cadono combattendo: MILANOVIC Ilija, MILANOVIC Veljko, MILANOVIC Branko, STRUGAR Marko, BOJOVIC Janko, GOLUBOVIC Radosav, LOPICIC Milo, VUJOVIC Dusan, ILIC Ilija e BARJAMOVIC Avram. Ad Arola frazione di Acquasanta cade MITROVIC Dragoljub. A San Martino nella contrada Collefrattale (o Ferone) vengono catturati e uccisi MITROVIC Leso (o Aleksandar) e LEKOVIC Vojo (per questi due ultimi alcuni fonti riportano la data di morte del 17 aprile durante un altro rastrellamento, ma sulle lapidi al cimitero di Umito è riportato l’11 marzo). Inoltre, tra i caduti ci sono due greco-ciprioti: KONDAXIS Gregorio e VRETEAS Giorgio, due inglesi EVANS Joseph e CROSS Peter e un americano PARKER Lorenz. Per un totale di 33/35 morti. Secondo le fonti fasciste in un primo momento vengono dati 33 morti, tredici italiani e venti stranieri, poi corretti in 32, dodici italiani e venti tra slavi e montenegrini senza far alcun riferimento a quelli di altre nazionalità. Nel cimitero di Umito c’è un nome VUJACIC Rako-Drago di cui non si conosce la data di morte. (AS)

Attacco partigiano alla caserma della guardia di finanza di Fabriano per asportare armi.

Tentativo partigiano di aprire il magazzino di materiale delle truppe tedesche, in prossimità dello scalo ferroviario di Castelplanio, l’attacco è respinto.

Partigiani assaltano l’abitato di Mergo a caccia dei fascisti. Nell’azione resta ucciso CECCHI Ferruccio, padre di un fascista.

Sabotaggio alla stazione ferroviaria di Serra San Quirico.

A Potenza Picena una cinquantina di donne dimostrano in piazza per ottenere una maggiore razione di grano.

Bombardato dagli alleati l’aeroporto di Jesi.

Nel tardo pomeriggio appartenenti alla banda “Lucio” si introducono nel paese di Loro Piceno, svaligiano la locale succursale della cassa di risparmio, poi cercano e uccidono l’aiutante della Rsi MONACHESI Elvio. Di seguito si reca a Mogliano e anche lì assaltano i locali della cassa di risparmio, dopo aver attaccato la caserma della Gnr e disarmati i militi.

Di nuovo presa d’assalto caserma di Pievebovigliana con carabinieri che già in precedenza erano stati disarmati.

Bombardata Fabriano, si contano quindici vittime (al momento abbiamo i nomi di sole 14 di esse): CARDINALI Temistocle, CORRADI Vincenzo, GATTI Adele, GRIFONI Beniamino, JANNITTO Dolores, MOGIONI Giovanni, MIGLIORUCCI Maria, MIGLIORUCCI Lucio, MARINELLI Attilio, NARCOTINI Adriana, PISELLI Maria, ROMITELLI Maria, TAVOLINI Ettore, TAVOLINI Sandra.

Muore schiacciato da un bidone di benzina il partigiano CAMMARATA Calogero, del gruppo “Tigre”, mentre cerca di recuperare un autocarro franato. (una fonte lo vuole morto il 2 stesso mese).

Muore ZACCAGNINI Mario, bimbo di due anni, a Cerreto d’Esi, a seguito bombardamento alleato.

A Falcioni di Genga muore un partigiano, il giovanissimo CAVARRETTA Fulvio che vuole arrestare o uccidere due tedeschi, ma l’arma gli si inceppa.

 

12 marzo (domenica) = attacco nazi-fascista alla banda Paolini dalla parte di Castel di Croce, ancora una volta respinto. Nello scontro muoiono catturati e fucilati due partigiani della banda “Paolini”: DANESIN Livio e TAURO Antonio, mentre MAZZOCCHI Mario ferito è finito con un colpo alla testa. Resta ucciso anche un altro partigiano di origini calabresi, ferito nello scontro del 9 marzo. Secondo la Questura di Ascoli durante questa azione i partigiani uccidono la guardia di P.S. ADAMI Egidio catturato il 7 c.m. Altre fonti vogliono il repubblichino ucciso per errore dai suoi stessi compagni. Dopo, questo attacco il comandante PAOLINI decide di partire per il nord e la banda si disperde. (AS)

Una squadra della banda di “Visso” di ritorno da un’azione si scontra in località tra Fornaci e Visso con un automezzo carico di soldati tedeschi e civili. Secondo la versione partigiana vengono uccisi sette soldati, i documenti dell’Ispettorato di zona di pubblica sicurezza, parlano di due tedeschi morti e un civile, più quattro feriti da parte tedesca e due civili.

La banda di Montalto ritorna a Camporotondo e preleva 150 q.li di grano.

Bombardate dall’artiglieria navale alleata zone dei comuni di Pedaso e Altidona.

Sulla strada statale 78 muore in uno scontro a fuoco con i tedeschi MORBIDUCCI Enzo, partigiano del gruppo “Nicolò”.

Ucciso un ufficiale tedesco presso Serra San Quirico.

 

13 marzo (lunedì) = partigiani attaccano i magazzini dell’ammasso di Matelica e asportano 515 quintali di grano.

Nella notte tra il 12 e 13 avviene un lancio di uomini e materiali in località Casette di Macereto; dodici gli uomini paracadutati con due lanci distinti agli ordini del ten. GASTALDI Italo (nome di battaglia Italo Gai torinese), gli altri sono: Da Rin-Fioretto Leandro (nome di battaglia Carlo Furlan da Treviso), Micale Salvatore (serg. mag. siciliano nome di battaglia Mario Tundo), Lonati Ambrogio (nome di battaglia Levati Gino), Filippucci Antonio (da Livorno), Rossi Giulio (nome di battaglia “Cina” da Pieve di Sinilunga), Tona Gino (da Treviso), Ludovici Mario (pistoiese), Monti Ottavio (da Roma), Cinetti Giorgio (da Verona), Zampetti di Brescia e Toni di Pistoia.

Partigiani penetrano nella la frazione Peglio di Urbania. Assaltano l’ufficio postale interrompendo le comunicazioni e asportando denaro. Poi dai negozi della piccola frazione asportano generi di prima necessità, necessari per il loro sostentamento.

Rastrellamento nella zona di Visso, vengono catturati il capitano Vecchi ed i tenenti Tondi e Narducci.

A Serra Sant’Abbondio muore bruciato vivo MOLLAROLI Anselmo, a seguito di una rappresaglia tedesca per un attacco partigiano ad un mezzo di trasporto viveri. Alcune case del piccolo paese vengono date alle fiamme, il Mollaroli infermo non riesce a fuggire. L’indomani mattina muore, per assideramento, la bimba di pochi mesi SANTI Elisa, costretta a passare la notte all’aperto. (AS)

Bombardata Fabriano, si contano tre morti: ALBERTINI Annunziata, MENGARELLI Virgilio, SOLAZZI Gisleno (secondo i vigili del fuoco di Ancona i morti sarebbero quattro).

Morto un fascista a Serra Sant’Abbondio.

Ferito mortalmente, da nazi-fascisti, a Visso, FATTORI Secondo, morirà in ospedale a Camerino il giorno 21. (AS)

Ferito da sconosciuti in località Gabella di Sarnano il renitente alla leva, TARTUFERI Vincenzo, appartenente al gruppo “Nicolò”. Trasportato all’ospedale di Sarnano vi arriva cadavere.

Ucciso dai tedeschi e militi Gnr in contrada S. Maria di Montegranaro, BASSI Enzo e ferito gravemente MINGONI Angelo, scambiati per prigionieri ricercati.

 

14 marzo (martedì) = la caserma della GNR di Sarnano occupata dai partigiani.

Assalita la caserma dei carabinieri di Venarotta da circa trenta partigiani, in maggioranza inglesi e slavi, disarmo dei militi, apertura del silos per distribuire il grano alla popolazione.

Partigiani aprono gli ammassi di Passo Treia e distribuiscono 1500 quintali di grano alla popolazione.

Occupato il centro di Castelsantangelo sul Nera da tedeschi e fascisti, fatte saltare alcune case e trafugati oggetti. Durante l’azione viene ucciso il contadino MICHELANGELI Domenico mentre cerca di mettersi in salvo. (AS)

Cordonet e la sua banda entrano a S. Agata Feltria per prelevare armi (dalla caserma dei carabinieri) e vestiario (secondo altre fonti ciò sarebbe avvenuto nella notte del 16).

Nella notte tra il 14 e 15 assalto alla sede del fascio di Belmonte Piceno, asportato apparecchio radio e coperte.

Partigiani assaltano caserma di Amandola e la depredano, altri mettono fuori uso impianti di telefono.

Fucilati nei pressi di Cesi (Serravalle del Chienti) quattro renitenti alla leva: CONVERSINI Domenico, PAOLINI Adriano, PRESENZINI Alpinolo, SFASCIOTTI Acelio. (AS)

Visso viene presa d’assalto da truppe tedesche che scatenano una rappresaglia. Viene ucciso da una raffica di mitra all’interno dell’osteria di proprietà del padre GIOVANNINI Renato. Ferita gravemente da una raffica di mitra RIUSCITTI Ida, mentre era uscita di casa per andare a prendere il figlio a rappresaglia in corso. Muore qualche ora dopo.

Muoiono nella zona tra Cesi e Serravalle del Chienti i partigiani jugoslavi KUSTUDIC Marco (capitano Marco) e Knezevic Branko. (vedere libro I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana, p.100)

 

15 marzo (mercoledì) = attacco partigiano al tratto di linea ferroviaria Fabriano-Sassoferrato. In località S. Elena di Serra San Quirico vengono fatti saltare con uso di dinamite alcuni tralicci della linea elettrica e un breve tratto di rotaia. Un tratto più lungo viene fatto saltare all’interno della galleria “La Rossa”, provocando il deragliamento di un treno merci (discordanti le versioni partigiane che parlano anche di 14 soldati tedeschi morti nell’incidente. La versione delle autorità non fa menzione di vittime. Altre fonti danno l’avvenimento accaduto il 14 marzo).

Assaltato un autocarro della Guardia di Finanza in località Sfercia di Camerino.

Attacco dei militi di Cabernardi al gruppo “S. Angelo”; i fascisti subiscono una perdita.

Cattura dell’ufficiale di collegamento fascista ROMEI che interrogato fornisce informazioni, poi trasmesse al comando alleato.

Asportati da sconosciuti, probabilmente partigiani, 5800 quintali di grano dall’ammasso di Loro Piceno.

Appartenenti del gruppo “Nicolò” attaccano il campo di concentramento di Pollenza e con l’appoggio dei carabinieri del posto asportano tutte le armi.

Uomini del gruppo “Tigre” sottraggono dagli uffici dal comune di Fabriano gli atti di nascita dal 1920 al 1926.

Bombardamento su San Benedetto del Tronto, muoiono due/tre i civili: BORGIONI Nazzareno, PIERGALLINI Caterina, altre vittime si contano tra i soldati tedeschi. Alcuni aerei alleati sono abbattuti.

 

16 marzo (giovedì) = convegno a Invernale di Cessapalombo. Si decide per il comando unico in mano ad un militare e per una momentanea tregua d’armi.

Alle ore 24.00 scade il bando per l’arruolamento delle classi 1922-23-24-25 nell’esercito repubblichino.

Assaltata caserma dei carabinieri di Filottrano asportate diverse armi.

Nella notte tra 15 e 16 attacco partigiano al consorzio agrario di Colmurano asportati circa 400 quintali di grano, i prelievi nel comune continuano anche nei giorni successivi, ma ad uno di questi si fa trovare presente il capo della provincia con uomini armati. Segue un conflitto a fuoco con uccisione di un civile CINGOLANI Giulio nei pressi di Passo di Colmurano (19 marzo).

Fatto saltare dai partigiani del gruppo “Porcarella” il ponte sulla strada provinciale San Severino- Apiro nei pressi di Chigiano.

Catturata e passata per le armi una spia tedesca nei pressi di Montemonaco, da appartenenti del gruppo al comando del colonnello Petroni.

Muore in uno scontro a fuoco con i tedeschi, in località Casafoscola presso Mecciano di Camerino, il partigiano NIESTAROL (NIESTAROV) Wassili (russo) appartenente al gruppo “Eremita” (una testimonianza lo vuole ferito e finito a colpi di pugnale). Nello stesso scontro viene ferito il suo compagno TERENZI Terenzio, trasportato per essere fucilato viene finito a colpi di pugnale e scaricato in località Carbone sempre nei pressi di Mecciano. Discordanti le fonti sul giorno dell’accaduto per alcuni è il successivo 17. (AS)

 

17 marzo (venerdì) = attacco nei pressi di Sarnano ad una macchina tedesca con l’uccisione e il ferimento di due componenti da parte di appartenenti del gruppo “Piobbico”.

Attacco alla caserma della guardia di finanza di Filottrano, viene trafugata una motocicletta.

Alcuni appartenenti al gruppo “Fastiggi” al comando di “Poldo” assaltano le carceri di Cagli e liberano alcuni prigionieri stranieri (jugoslavi, inglesi, ebrei).

Assalto partigiano all’ammasso di grano di Ripe San Ginesio, gran parte del grano sequestrato viene distribuito alla popolazione.

Nei pressi di Sfercia (Camerino) viene bloccato un camion carico di merce per i mercati generali di Roma da appartenenti al gruppo “201” comandati da “Acciaio”. Fermati tre finanzieri uno ferito viene spedito all’ospedale di Caldarola.

Nella notte affissi manifestini antifascisti a Fano.

Fucilati, all’esterno delle mura del cimitero di Camerino, i partigiani MANCINI Ruggero e PIANCATELLI Angelo. Appartenenti al gruppo “206” di Serravalle (il Mancini ne era momentaneamente il comandante) erano stati catturati il 10 marzo. (AS)

 

18 marzo (sabato) = attacco nazi-fascista nella zona di Montemonaco. Nel villaggio di Rocca muoiono combattendo i partigiani RINELLI Angelo e ZOCCHI Adolfo; a Tofe vengono catturati e fucilati altri dieci partigiani: AMICI Mario, CACCIATORI Silvio, CENSORI Antonio, CENSORI Ilario, GIANNINI Gildo, LUPI Giovanni, MORETTI Ernesto, QUALEATTI Sebastiano, RIDOLFI Giovanni, ULPIANI Romeo. A Montemonaco trova la morte il partigiano BELLESI Enrico, rimasto di guardia, mentre vengono fucilati due civili CESARETTI Antonio (guardia municipale trovato in possesso di due moschetti) e suo figlio Anselmo di appena quindici anni. Negli scontri persero la vita anche alcuni militari tedeschi. (AS)

Arrestati a Jesi 28 persone ritenute responsabili di attività sovversiva.

Dopo aver recuperato armi dalla caserma dei carabinieri di Camerano il gruppo “Ferro”, si sposta a Frontale.

A San Ippolito (Ps) 400 persone penetrano nei locali del consorzio agrario ed asportano 1.500 quintali di grano.

Muore, a seguito delle ferite riportate il 9 marzo, dopo una lunga agonia all’ospedale di Offida don Delfino ANGELICI. Aveva cercato di opporsi al tentativo di violenza che un milite tedesco voleva esercitare su alcune suore ospitate nel seminario di Montalto Marche. (AS)

Muoiono fucilati dopo uno scontro a fuoco con i tedeschi a Macereto (Visso): il ten. GASTALDI Italo e il serg. magg. TUNDO Mario (MICALE Salvatore); il paracadutista FURLAN Carlo (DA RIN Fioretto Leandro) cade durante lo scontro. Erano da poco giunti sul territorio per aiutare i partigiani; con loro muoiono uccisi dai tedeschi LUPIDI Roberto e LUPIDI Fefè’ che avevano dato ospitalità ai militari (i nomi tra parentesi sono quelli veri, gli altri sono tratti dai documenti falsi che furono trovati sui loro corpi). Sono i paracadutati della notte tra il 12 e 13. (AS)

Muore a Montegranaro il gappista di Macerata, MENGONI Angelo.

 

19 marzo (domenica) = scontro nella piazza di Caldarola tra fascisti e gli uomini di TOTO’ Claudi del gruppo “201”. Vengono presi prigionieri tredici partigiani; mentre uno ferito BELFIORI Franco viene colpito e lasciato sul posto creduto morto, gli altri dodici vengono trasferiti al presidio di Muccia. Tutti vengono interrogati, cinque di essi parlano e hanno salva la vita: Dari Elio, Sufflico Franco, Abbati Adolfo, Cesaroni Adamo e Frontali Nello, gli altri sei saranno fucilati a Montalto il 22, per puro caso si salverà il settimo Nello Salvatori.

Catturati nei pressi di Montinovo (Peglio) i partigiani Giannetto DINI e Ferdinando SALVALAI, del distaccamento “Picelli”.

Nella notte tra il 19 e 20 sbarca a Porto San Giorgio una missione alleata composta da tre italiani (tra cui l’ing. CAGNAZZO) e un sottufficiale inglese il cui compito e far passare le linee ad ufficiali inglesi, per il rischio di essere scoperti perdono la radio in loro possesso.

Assaltata la caserma della Gnr di Ripe San Ginesio, asportate armi e casermaggio.

I partigiani assaltano il consorzio agrario di S. Stefano di Cingoli e distribuiscono il grano alla popolazione.

Scontro tra partigiani del “Picelli” e fascisti del presidio di Costacciaro (Cantiano), i fascisti accusano alcuni morti.

Assalto partigiano alla sede comunale di Casteldelci, distruzione dei registri demografici.

Aperti i magazzini dell’ammasso nei pressi di Treia.

Nella notte tra il 19 e 20 aperti i magazzini degli ammassi di Loro Piceno da contadini del luogo e partigiani.

Mitragliamento aereo nelle stazioni di Varano, Loreto e Candia, tre militari tedeschi morti e due italiani DEL SARTO Albino e PIMPINI Fernando.

Ucciso dai fascisti nel territorio di Acquaviva Picena (AP), il contadino VULPIANI Mariano, collaboratore dei partigiani. (AS)

In località SS. Crocifisso del comune di Treia presso il convento dei frati minori francescani zoccolanti viene trovato il cadavere di un milite della Gnr, ORNELLI Ornello, si presume delitto compiuto dai partigiani.

Trovato il cadavere di uno sconosciuto in divisa da allievo ufficiale della milizia in località [Camandino] di Camerino.

Ucciso dai fascisti CINGOLANI Giulio mentre asporta grano da un ammasso a Passo di Colmurano. (altre fonti lo vogliono morto il 20, vedere notizie del giorno 16).

Appartenenti del gruppo “Lupo” attaccano nei pressi del Valico di Fossato un convoglio fascista con a bordo il federale di Ancona. Fanno bottino di armi e munizioni ma non toccano le persone.

Ucciso in uno scontro con i partigiani l’allievo ufficiale DI MOLFETTA Pasquale nella zona tra Urbino e Urbania.

 

20 marzo (lunedì) = atti di sabotaggio, alla stazione ferroviaria di Chiaravalle interrotto un binario e alla stazione di Marzocca vengono fatti saltare circa 50 metri di binari.

Il gruppo “Porcarella” attacca il posto militare tedesco di Albacina e una colonna in transito proveniente da Genga.

Nella notte tra il 20 e il 21 aperto dai ribelli, il silos di Massa Fermana per cercare di distribuire il grano alla popolazione, il commissario prefettizio prontamente intervenuto riesce a sventare il prelievo.

Inizio rastrellamento nazi-fascista verso Fiastra. Durante l’operazione a Trebbio (Fiastra) viene ucciso dai nazi-fascisti il contadino renitente SESTILI Vincenzo, catturato mentre cerca di fuggire viene freddato davanti alla porta di casa. Nella stessa zona è fucilato CARRADORI Ennio agente di banca, catturato prima di essere ucciso viene derubato di alcuni denari. Completamente distrutta la casa dei Ferri dopo essere stata saccheggiata.

Aperto con la forza, da un gruppo armato di partigiani, il magazzino del consorzio agrario a Castel S. Angelo di Cingoli, asportati 85 quintali di grano.

 

21 marzo (martedì) = una pattuglia del gruppo “Porcarella” cattura un ufficiale fascista che rimane ucciso nel tentativo di fuggire.

A Monte San Pietrangeli (Ap) i partigiani aprono i silos del comune e distribuiscono grano alla popolazione.

Nella notte tra il 21 e 22 fatta saltare, da sconosciuti, tratto della ferrovia nei pressi di Pedaso.

In territorio di Castelfidardo mitragliamento aereo muore un militare tedesco.

Uccisi dai partigiani del gruppo Ferri, a Fiastra, terminato il rastrellamento, il dottor. RUGGERI Michele accusato di collaborazionismo (altre fonti lo vogliono morto la sera stessa del 20 appena ritirati i tedeschi) e MARIANI Algenio (nei pressi del viottolo che porta a Villa San Lorenzo) accusato di essere una spia.

 

22 marzo (mercoledì) = nella notte tra il 22 e 23 lancio di armi al campo n.2 di Poggio San Romualdo.

Rastrellamento ed eccidio fascista a Vestignano (Caldarola) e Montalto; a Vestignano dove si erano rifugiati vengono uccisi i giovani CAPPELLACCI Lauro (morto all’ospedale di Caldarola a seguito delle ferite ricevute), RAMUNDO Mario, ORIZI Guidobaldo e PERAMEZZA Nicola. A Montalto vengono catturati e poi fucilati 26 giovani: ANGELELLI Umberto, BACCARELLI Adino, BARTOLI Nazzareno, BERNARDONI Lorenzo, CARASSAI Audio, CASADIDIO Radames (catturato a Caldarola il 19), CERQUETTI Luigi, CEGNA Giuseppe, CIARAPICA Nicola, CUTINI Mariano (catturato a Caldarola il 19), FAZZINI Giammario (catturato a Caldarola il 19), FERRARIO Manlio, GERMONDANI Arduino, GURRIERI Giuseppe (Pino, catturato a Caldarola il 19), LUCENTINI Umberto, MOGETTA Armando, PASCOLINI Balilla, PERUGINI Spartaco, PRINCIPI Bruno, PETTINARI Armando, PATRIZI Alberto, PROIETTI Ennio, SAPUTO Giacomo (catturato a Caldarola il 19), SCIPIONI Mariano (catturato a Caldarola il 19), STACCHIETTI Primo e SPOSETTI Ugo. Ne vengono risparmiati cinque Manente Carlo, Verdinelli Elvio, Muscolini Marcello, Ragaini Aroldo e Pretese Alberto. Salvatori Nello ferito e creduto morto viene salvato. (AS)

Scontro a Monastero, dopo il rastrellamento di Montalto, si cerca di bonificare la zona, ma il gruppo “Nicolò” con l’appoggio dei partigiani dei gruppi “Vera” e di “Acciaio” obbligano alla fuga i nazi-fascisti. Durante il combattimento sono uccisi tra San Liberato e Monastero IVANOVIC Peter, e PASSAMONTI Ennio a Cassapalombo, ambedue del gruppo di “Acciaio”, ferito ANGELI Luigi riesce a mettersi in salvo, viene fatto prigioniero PACIARONI Venanzo che cercava di portare aiuti al Passamonti.

Fatti prigionieri alcuni ufficiali tedeschi in località Cancelli e prelevata la loro macchina.

Viene ucciso a Pievefavera (o Pian di Favo) (Caldarola), durante il rastrellamento su Montalto e zone circostanti, il partigiano BUSCALFERRI Aldo (MAVM).

Muore all’ospedale di Pergola il partigiano MARCHIONNI Pietro (“Metaurense”) dopo uno scontro a fuoco con militi della GNR nei pressi di Fratterosa (tenuto il giorno prima). Discordanti le notizie sulle cause della sua morte. Durante lo scontro con i militi della Gnr il Marchionni sembra ferito gravemente per puro caso dal fuoco amico, ancora vivo viene trasportato dai fascisti, che l’hanno catturato, all’ospedale di Pergola dove muore il giorno dopo. La versione partigiana lo vuole finito a coltellate durante il trasporto all’ospedale.

Ucciso dalla milizia fascista il civile FORTI Gerardo a Vallato di San Ginesio. Durante il rastrellamento cerca di fuggire. (AS)

 

23 marzo (giovedì) = nella notte del 22-23 danneggiato dai partigiani il ponte sul fiume Potenza, “Ponte di Crespiero”, al confine tra i comuni di San Severino e Gagliole.

Bombardata Ancona, zona monte Cardeto e porto. Colpita ancora la nave “Savoia”, colpita anche la zona di Fiumesino verso Senigallia.

Nel cimitero di Muccia viene fucilato il ten. BARILATTI Achille, arrestato il giorno precedente durante il rastrellamento nella zona di Montalto.

Ucciso dai tedeschi l’ing. PISANI Luigi presso le cave di pietra di Campolarzo (Vestignano). Catturato durante il rastrellamento di Montalto. Il suo corpo gettato nel fiume verrà ripescato il giorno dopo. (AS)

A Serra San Quirico viene colpito da una scarica di mitra fascista il sedicenne GENTILI Amedeo che fugge impaurito all’arrivo dei militari pensando di venire arruolato a causa della sua altezza; morirà all’ospedale di Montecarotto il giorno dopo. (AS)

 

24 marzo (venerdì) = partigiani occupano Camerano dopo averla isolata; provano ad assaltare la caserma dei carabinieri ma senza successo.

Scoperto e processato tale SABATINI ex Gnr passata a far parte del gruppo di Amandola a scopo di spionaggio. Fucilato sul monte Priora.

Ucciso a Frontale il maresciallo TUNNO Settimio, responsabile della caserma dei carabinieri di Staffolo attaccata e data alle fiamme la notte tra il 23 e 24 da uomini del gruppo “Porcarella” (con loro anche Goffredo Baldelli) proprio per catturare il maresciallo, accusato di faziosità fascista, colpevole di intimorire i giovani per farli arruolare nella Gnr.

I partigiani del gruppo “Porcarella”, di stanza a Serra San Quirico, attaccano i tedeschi a Castiglioni.

Bombardata a più riprese Ancona e poi Senigallia, Fiumesino e tutta la zona costiera fino a Pesaro dove si contano sette morti: BACIOCCHI Giovanni, BERNABUCCI Maddalena, CRESCENTINI Guerrino, GENNARI Giulia, GUIDI Ugo, SAPINI Natala, VITALI Domenico.

Rastrellamento nella zona di Braccano (Matelica); a Braccano viene fucilato don Enrico POCOGNONI e uccisi i partigiani SABBATINI Temistocle, LUCERNONI Demade, MARINUCCI Ivano e due somali RAGHE Mohamed (a Vallepiana) e THUR Nur. Nello scontro che segue successivamente con i partigiani intenti a sottrarsi alla cattura muoiono combattendo: il capitano dell’esercito VALERIO Salvatore (“Mario”), PESARESI Rolando (Porcarella), FILIPPI Augusto (Porcarella), BALDUINI Emilio (Porcarella), sopranominato “il francese” perché nato a Marsiglia ma residente a Chiaravalle (An), GIULIETTI Anacleto (nome di battaglia Amedeo) (Porcarella). Vengono catturati e trucidati sul ponte di Chigiano i partigiani: CASTELLANI Lelio, GRACIOTTI Piero, LAVAGNOLI Umberto, STACCHIOTTI Francesco, nativi di Osimo, PACI Giuseppe (ex carabiniere nativo della provincia di Crotone), tutti del gruppo “Piero” e un russo DIMITROV Josip fucilato e abbandonato morto presso Corsciano (San Severino). (AS)

A Sarnano vengono sorpresi tre tedeschi che si fermano per acquisti. Uno muore durante lo scontro a fuoco gli altri due catturati sono fucilati nei pressi del paese dà appartenenti del gruppo “Piobbico”. (alcune fonti danno l’accaduto il 27 stesso mese, altre il 22 o 23)

 

25 marzo (sabato) = rastrellamento nella zona di Cantiano. Lo scontro principale si svolge nei pressi di Vilano coinvolti i distaccamenti “Pisacane” e “Fastiggi”. Nella battaglia cade il partigiano CORDELLI Tommaso e il contadino BATTILOCCHIO Francesco intento ad accudire il bestiame. I partigiani riescono tutti a sganciarsi. (AS)

Secondo attacco dei militi di Cabernardi al gruppo “S.Angelo”. Anche questo viene respinto.

In risposta al rastrellamento avvenuto il giorno precedente, nella zona di Braccano, uomini del gruppo “Mario” occupano per alcune ore la città di San Severino. Durante questa operazione sono uccisi due fascisti in località Caprara): SFRAPPINI Alberto studente e FULVI Camillo commerciante. Nella notte la cittadina aveva subito anche un bombardamento che non aveva causato morti ma diversi danni e feriti.

Rastrellamento nella zona di Frontone, viene catturato per caso il comandante partigiano Raffaeli Pierino “Ugo” ma i fascisti non conoscono al momento la sua vera identità. Nel trasporto i prigionieri vengono liberati dagli uomini dei gruppi “Stalingrado” nei pressi di Buon Consiglio. Nello scontro che ne segue un fascista muore (è GIORGI Armando di Rimini mentre il vice federale di Forlì TACCHI Paolino risulta solo gravemente ferito). Inoltre, vengono fatti prigionieri carabinieri e militi. Mentre i carabinieri vengono liberati quattro appartenenti alla Gnr vengono fucilati nei pressi di Frontone: due agenti di P.S. CICCO Giuseppe, NICOLINO Gennaro, due militi VULPITTA Vittorio, TENTONI Mario e un sergente di artiglieria GOS Umberto.

Attaccata Montegranaro da appartenenti alla banda “Lucio”; disarmati i carabinieri, rubate scarpe dal calzaturificio militare (forse uccisi il veterinario e il dottore del paese ritenuti colpevoli di aver fatto uccidere due giovani della classe 1925 (vedere giorno 13 marzo). Secondo la versione della Questura il fatto sarebbe accaduto il giorno 26 e durante l’attacco sarebbe stato fatto prigioniero il brigadiere Fileni Elio.

Ucciso a Sarnano (nei pressi del cimitero di Piobbico), da appartenenti del gruppo “Piobbico”, SARGOLINI Francesco, agricoltore del posto, accusato di essere una spia dei fascisti.

 

26 marzo (domenica) = fucilato nei pressi del cimitero di Matelica CEGNA Augusto (MAVM). Era stato arrestato il 23 marzo con l’accusa di convivenza con i partigiani. E’ fucilato in due momenti distinti non essendo morto dopo la prima esecuzione. (AS)

Partigiani al comando di Goffredo Baldelli incappano in un posto di blocco nei pressi di Treia, mentre cercano di imbarcare dei prigionieri inglesi. Ne segue un conflitto a fuoco, dove restano uccisi due militi e un carabiniere, ma nessun partigiano. L’imbarco viene annullato. (secondo la versione partigiana i morti sarebbero cinque tra militi e carabinieri).

Viene fatta esplodere una bomba, da sconosciuti, davanti alla casa del fascio di Loreto, causando lievi danni.

Funerali a Frontale dei morti di Chigiano del 24 marzo.

Attaccata, da quattro “ribelli”, la caserma di S. Vittoria in Matenano e disarmati due militi presenti.

Catturato in contrada Monti di Grottamare CAPRIOTTI Natale, nella sua proprietà sono ritrovate armi. Condotto a Marino del Tronto con il partigiano Cappelletti Franco, il Capriotti è subito fucilato. (AS)

 

27 marzo (lunedì) = bombardate Fiumesino, Marina di Montemarciano zona stazione e Fabriano.

Uccisi dai partigiani di Carmine Di Palma, a Montefalcone Appennino, i fascisti SPINELLI Lucio e CUPELLI Delio. Le motivazioni sono abbastanza futili e costeranno al Di Palma un’imputazione per omicidio nell’immediato dopoguerra.

Muore in combattimento in località Cupo di Stigliano, contro i partigiani del “Mario”, il milite della Gnr LEONI Ivo.

Durante un mitragliamento a largo di Pesaro, ai danni del motoveliero “Fioravanti”, perde la vita il marinaio ONOFRI Alvaro.

 

28 marzo (martedì) = convegno di Riofreddo (Visso), si costituisce la brigata “Spartaco”. Al convegno partecipano rappresentanti del Cln romano PERTINI Sandro e GHINI Celso, il comando viene affidato all’ufficiale GATTI Giorgio, commissario politico Carlo Pozzesi. (sulla data del convegno le testimonianze sono discordanti per alcuni (Ghini) si tiene il 26)

Pattuglia del “Nino”, che porta all’imbarco diversi piloti inglesi, si scontra con i tedeschi che riportano due morti.

Devastata la sede del fascio di Lamoli (Borgo Pace), da tre “ribelli” armati.

Ucciso da quelli della “Metaurense”, nei pressi di Acqualagna, un milite repubblichino PARADISI Armando.

 

29 marzo (mercoledì) = occupazione nazi-fascista di Sarnano preceduta da quella della frazione Piobbico, probabilmente in seguito alla morte dei tre tedeschi del giorno 27. A Piobbico vengono uccisi i partigiani: MILIUCCI Enzo, PAZZELLI Ivo, due slavi GOICOVICH e VLADOVICH (o VLADOMIR), mentre cercano di mettersi in salvo. Il comandante partigiano FILIPPONI Decio (MOVM) si costituisce per evitare rappresaglie al paese e viene impiccato. Il renitente CATINI Mario è ucciso a Sarnano, forse armato certamente sostenitore dei partigiani, cade con lui un montenegrino RAICOVIC Franco. In frazione Morello di Sarnano è ucciso ANTOGNOZZI Amedeo, messo comunale invalido di guerra, solo perché impaurito dai fascisti cercava di fuggire. (AS)

Bombardata Ancona, colpita la caserma della Guardia di Finanza dove trovano la morte due civili.

Ucciso sulla strada Pesaro-Fossombrone al bivio di Calcinelli la guardia di pubblica sicurezza BERTAGNA Attilio, durante un mitragliamento aereo, era su un camion diretto a Roma.

Muore durante un mitragliamento ad un’autocorriera (strada Salaria in località Poggio di Bretta comune di Ascoli) SALVEMINI Anna.

 

30 marzo (giovedì) = occupato Belforte sul Chienti dai “ribelli”, che aprono l’ammasso granario e distribuiscono 30 quintali di cereale alla popolazione facendosi pagare 150 lire al quintale.

Appartenenti alla banda “Lucio” aprono i magazzini dell’ammasso di Massa Fermana e distribuiscono gratuitamente alla popolazione.

Bombardata la zona di Fiumesino, stazioni di Castelplanio e Montecarotto, Loreto, l’aeroporto di Jesi. Mitragliamento nella zona di Brugnetto e Vallone di Senigallia dove trova la morte un civile. Bombardata anche Chiaravalle nei pressi della manifattura tabacchi e della stazione ferroviaria, ad Ancona per la prima volta un bombardamento notturno.

Rinvenuto il cadavere del colonnello della Rsi, TROMBETTI Domenico, assassinato ad opera di tre sconosciuti in contrada Sperandia di Cingoli. Dei tre, poi identificati, due diventano partigiani e muoiono durante il rastrellamento di Cingoli, sembra che l’uccisione del Trombetti sia solo a scopo di rapina.

 

31 marzo (venerdì) = in località “Sassi Rossi” di Genga viene ucciso il partigiano SERACCHIANI Dino, dal milite Pedrini Morello, milanese, che si accanisce sul corpo dopo la morte con il calcio del fucile.

Ucciso dall’ex prigioniero inglese John Witaker, il veterinario di Sant’Angelo in Pontano e Gualdo BERTARELLI Paolo Emidio, in contrada Contro di Gualdo, era ritenuto fascista fanatico e filotedesco. Ma lo stesso Witaker è reputato dai suoi compagni elemento pericoloso e viene soppresso il giorno dopo.

Assalto fascista alla casa di Nazzareno e Giovanni Martinelli, in località Valdice di Recanati. Nazzareno che si oppone all’intrusione viene ferito mortalmente, morirà il 2 aprile all’ospedale di Recanati. Suo fratello arrestato verrà rilasciato qualche giorno dopo, la casa viene saccheggiata di vettovaglie e oggetti di valore. (AS riporta notizie inesatte)