Chigiano

Il 24 marzo 1944 è il giorno del sacrificio del parroco di Braccano, don Enrico Pocognoni, della ≪battaglia di Valdiola≫ e di quello che la memoria popolare ricorda come ≪eccidio del ponte di Chigiano≫. Questa piccola frazione di San Severino fu al centro della lotta che si accese quel giorno tra le forze nazifasciste e i partigiani. Eppure, differentemente da Valdiola, la località non fu data alle fiamme. Luigi Verdolini, originario di Passo di Treia, che spesso saliva in montagna per accompagnare i profughi evasi dal campo di concentramento o per fornire informazioni, riconduce la salvezza di Chigiano al coraggio di un semplice contadino. Ricorda infatti che quel giorno, mentre i tedeschi stavano ultimando il piazzamento delle mine per far saltare in aria il paese, il contadino chiese di parlare in tedesco al comandante e lo persuase ad annullare gli ordini impartiti spiegandogli che lì c’era solo brava gente che non aveva alcuna colpa (Anpi San Severino 1993).

Tuttavia quel giorno si verificò un altro episodio tragico: cinque partigiani del gruppo ≪Porcarella≫, guidato da Agostino Pirotti,  furono catturati e uccisi. Si trattava di quattro giovani originari di Osimo: Francesco Stacchiotti (22 anni), Piero Graciotti (22 anni), Lelio Castellani (20 anni), Umberto Lavagnoli (21 anni) e Giuseppe Paci (21 anni), nativo di Petilia Policastro (Crotone). Gli uomini, spinti a forza con il calcio delle armi e riempiti di farina nella bocca, furono ≪posti contro il parapetto del ponte… colpiti alle gambe dalle raffiche di mitra, poi così feriti dolorosamente ad uno ad uno gettati dal ponte alto una decina di metri sul ghiaioso letto del Musone ma, constatato che non erano ancora finiti, laggiù lapidati e brutalmente sfregiati…≫ (Piangatelli 1985, p.101). Il partigiano russo Josip Dimitrov venne costretto ad assistere alla violenza, per poi essere anch’egli fucilato, nei pressi di Corsciano, altra frazione di San Severino.

Sempre sul ponte, si verificò il 2 aprile un drammatico incidente tra una pattuglia di partigiani del Battaglione Mario e una pattuglia della polizia tedesca a bordo di una macchina. I patrioti, non avendo individuato con chiarezza gli occupanti della macchina, fecero segno di arrestarsi. Ma dal veicolo partirono immediatamente una serie di raffiche che li colpirono in pieno e a cui riuscirono a rispondere confusamente. Sul campo rimasero due partigiani e un tedesco uccisi e alcuni feriti.

Bibliografia
Anpi “Medaglia d’Oro Capitano Valerio” (a cura di), Ribelli per amore. I sacerdoti marchigiani nella Resistenza, [S.l. : s.n.], 2005.
Anpi San Severino Marche, La Resistenza a San Severino. Testimonianze, stampa 1993.
G. Mari, Guerriglia sull’Appennino. La Resistenza nelle Marche, Argalìa, Urbino 1965.
G. Piangatelli, Tempi e vicende della Resistenza a San Severino Marche, ANPI, Macerata 1985.